Libertà

Questo blog vuole essere un'antologia sulla libertà. E' dedicato a tutti coloro che credono che la Libertà sia assolutamente necessaria allo sviluppo della nostra civiltà, tormentata ancora da ogni genere di sopruso, guerre, torture e ingiustizie sociali

giovedì 9 aprile 2009

Diritti delle minoranze Rom

Hillary Clinton difende i diritti delle minoranze rom in Europa

Washington, 9 apr. (Apcom) - Parole di impegno e un appello alla tolleranza sono stati pronunciati da Hillary Clinton in difesa dei diritti delle popolazioni rom in Europa.
Con un messaggio video disponibile sul web il segretario di stato americano ricorda le violenze e le persecuzioni sofferte da queste minoranze: "Molti rom continuano a vivere ai margini della società - spiega Clinton in occasione della Giornata mondiale dei Rom (8-9 aprile) - e molti continuano ad essere vittime di violenze, discriminazioni e altre violazioni dei diritti dell'uomo".
"Troppo spesso non dispongono di documenti di identità che ne indichino la cittadinanza, ciò che impedisce loro di votare, di beneficiare dei servizi sociali, dell'istruzione e di offerte di lavoro che permetterebbero una partecipazione più attiva alla vita del paese in cui abitano", sostiene Clinton nel video disponibile sul sito internet "Dipnote" del Dipartimento di stato.
I governi europei hanno una "responsabilità specifica" di fronte a questa situazione, insiste Clinton nel messaggio: "Ho potuto vedere direttamente la miseria dei Rom, in particolare delle donne e dei bambini, quando ho visitato le comunità rom in Europa centrale e orientale", quando era la First-lady.
Fino a fine giugno, la Serbia presiede il Decennio per l'Integrazione dei Rom (2005-2015), un'iniziativa che raggruppa diversi paesi d'Europa per favorire l'integrazione delle popolazioni rom.
L'8 aprile si celebra in tutto il mondo il Romano Dives, la giornata internazionale della nazione Rom, in ricordo dell'8 aprile 1971 quando a Londra si riunì il primo Congresso internazionale del popolo Rom e si costituì la Romani Union, la prima associazione mondiale dei Rom riconosciuta dall'ONU nel 1979.

martedì 6 gennaio 2009

Bombe su scuole Onu

Gaza.Bombe su scuole Onu, civili disperati: "ci uccidono ovunque"
Cinque palestinesi morti. Unrwa: c'erano le nostre bandiere

Gaza, 6 gen. (Apcom) - La bandiera dell'Onu non sventola più sulla scuola di Asma, al campo profughi palestinese di Shati, nella città di Gaza. L'istituto, che era gestito dall'Unrwa, è stato bombardato stamane dall'aviazione israeliana. Come un altro a Khan Younis. Mahmoud Khalil è rimasto deluso. E terrorizzato.

Cercava un posto sicuro per i suoi cinque figli e alla fine aveva deciso: la scuola gestita dall'Onu, quello era uno dei pochi luoghi che Tsahal avrebbe lasciato intatti nella Striscia di Gaza. Si sbagliava, Khalil. Le bombe israeliane non hanno fatto alcuna distinzione, cinque palestinesi sono morti. "Ci uccidono ovunque. Se possono bombardare le moschee, se possono uccidere i bambini più piccoli, se possono far saltare in aria il nostro parlamento, perché dovrebbero avere cura delle scuole? Non si preoccupano di quello che pensa l'Onu, non si preoccupano di quello che pensa il mondo intero", si è sfogato Khalil.

Tre palestinesi hanno perso la vita nel raid aereo di Tsahal contro la scuola Asma, nel campo profughi di Shati. Un bilancio che sarebbe potuto essere molto più grave. Secondo il portavoce dell'Onu, Adnane Abu Hasna, 450 persone si erano rifugiate nella scuola per sfuggire ai bombardamenti che avevano colpito altri quartieri della città. E a Khan Younis, nel sud della Striscia, un obice ha colpito l'entrata di una seconda scuola uccidendo due persone la cui identità non è stata ancora stabilita, hanno riferito fonti mediche.

Eppure le scuole "erano chiaramente identificate come edifici dell'Onu", ha chiarito il portavoce delle Nazioni Unite, Christopher Gunnes. "L'Unrwa protesta vigorosamente per queste vittime presso le autorità israeliane e chiede l'apertura di un'inchiesta immediata e imparziale".

I bambini di Khalil sono ancora in salvo. "Ma dopo ciò che hanno visto sono terrorizzati", ha spiegato il 38enne meccanico palestinese. "Ci sono state esplosioni vicino alla nostra casa. Ogni cosa è in rovina. Israele ha avvertito di fuggire, di trovare riparo, perché bombarderà le nostre case". Già, fuggire. Ma dove? In altre occasioni, ricorda il Guardian, ci si indirizzava verso il confine, sperando di arrivare sani e salvi. Adesso non si può. Gli abitanti della città di Gaza sono isolati, "la loro casa è diventata la loro prigione, non c'è alcuna via di uscita".

I bambini di Khalil continueranno a nascondersi nelle scuole dell'Onu. Almeno 17 istituti scolastici della regione sono stati trasformati in un riparo di fortuna per oltre 5.000 palestinesi. Ma non c'è alcuna garanzia: nove di queste si trovano al campo profughi di Jabaliya, dove i combattimenti sono particolarmente furiosi. E poi a Rafah, dove l'aviazione israeliana continua a bombardare i tunnel per il contrabbando di armi con l'Egitto. "Metteremo una grande bandiera dell'Onu. Speriamo che Israele la rispetti. Stiamo cercando di contattare le autorità dello stato ebraico per farglielo sapere".
http://notizie.alice.it/notizie/top_news/2009/01_gennaio/06/gaza_bombe_su_scuole_onu_civili_disperati_ci_uccidono_ovunque,17457752.html




lunedì 5 gennaio 2009

Crisi umanitaria a Gaza

Cresce la preoccupazione per la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, isolata da giorni, senza acqua, elettricità e generi alimentari. Medici senza Frontiere spiega ha lanciato un appello urgente per medici specializzati in chirurgia vascolare. Save the children denuncia che le violenze hanno finora causato la morte di almeno 87 bambini e che le famiglie devono fare i conti con la mancanza di cibo, acqua potabile, elettricità e riscaldamento, con rischi di ipotermia soprattutto per i neonati. L'Alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Antonio Guterres ha lanciato un appello per ricordare il diritto universale di chi fugge dalla guerra e cerca rifugio in altri Stati, e ha richiamato i Paesi confinanti al dovere di garantire l'ingresso sul proprio territorio in sicurezza ai civili in fuga. Il mondo arabo si mobilita: l'Iran ha chiesto all'Egitto di aprire un ospedale da campo sul suo territorio vicino alla Striscia di Gaza. La regina Rania di Giordania ha sollecitato i governi a rispondere all'appello dell'agenzia Onu per l'aiuto ai rifugiati palestinesi (Unrwa), che ha chiesto 34 milioni di dollari per rispondere ai bisogni immediati della popolazione di Gaza.