Libertà

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martedì 6 gennaio 2009

Bombe su scuole Onu

Gaza.Bombe su scuole Onu, civili disperati: "ci uccidono ovunque"
Cinque palestinesi morti. Unrwa: c'erano le nostre bandiere

Gaza, 6 gen. (Apcom) - La bandiera dell'Onu non sventola più sulla scuola di Asma, al campo profughi palestinese di Shati, nella città di Gaza. L'istituto, che era gestito dall'Unrwa, è stato bombardato stamane dall'aviazione israeliana. Come un altro a Khan Younis. Mahmoud Khalil è rimasto deluso. E terrorizzato.

Cercava un posto sicuro per i suoi cinque figli e alla fine aveva deciso: la scuola gestita dall'Onu, quello era uno dei pochi luoghi che Tsahal avrebbe lasciato intatti nella Striscia di Gaza. Si sbagliava, Khalil. Le bombe israeliane non hanno fatto alcuna distinzione, cinque palestinesi sono morti. "Ci uccidono ovunque. Se possono bombardare le moschee, se possono uccidere i bambini più piccoli, se possono far saltare in aria il nostro parlamento, perché dovrebbero avere cura delle scuole? Non si preoccupano di quello che pensa l'Onu, non si preoccupano di quello che pensa il mondo intero", si è sfogato Khalil.

Tre palestinesi hanno perso la vita nel raid aereo di Tsahal contro la scuola Asma, nel campo profughi di Shati. Un bilancio che sarebbe potuto essere molto più grave. Secondo il portavoce dell'Onu, Adnane Abu Hasna, 450 persone si erano rifugiate nella scuola per sfuggire ai bombardamenti che avevano colpito altri quartieri della città. E a Khan Younis, nel sud della Striscia, un obice ha colpito l'entrata di una seconda scuola uccidendo due persone la cui identità non è stata ancora stabilita, hanno riferito fonti mediche.

Eppure le scuole "erano chiaramente identificate come edifici dell'Onu", ha chiarito il portavoce delle Nazioni Unite, Christopher Gunnes. "L'Unrwa protesta vigorosamente per queste vittime presso le autorità israeliane e chiede l'apertura di un'inchiesta immediata e imparziale".

I bambini di Khalil sono ancora in salvo. "Ma dopo ciò che hanno visto sono terrorizzati", ha spiegato il 38enne meccanico palestinese. "Ci sono state esplosioni vicino alla nostra casa. Ogni cosa è in rovina. Israele ha avvertito di fuggire, di trovare riparo, perché bombarderà le nostre case". Già, fuggire. Ma dove? In altre occasioni, ricorda il Guardian, ci si indirizzava verso il confine, sperando di arrivare sani e salvi. Adesso non si può. Gli abitanti della città di Gaza sono isolati, "la loro casa è diventata la loro prigione, non c'è alcuna via di uscita".

I bambini di Khalil continueranno a nascondersi nelle scuole dell'Onu. Almeno 17 istituti scolastici della regione sono stati trasformati in un riparo di fortuna per oltre 5.000 palestinesi. Ma non c'è alcuna garanzia: nove di queste si trovano al campo profughi di Jabaliya, dove i combattimenti sono particolarmente furiosi. E poi a Rafah, dove l'aviazione israeliana continua a bombardare i tunnel per il contrabbando di armi con l'Egitto. "Metteremo una grande bandiera dell'Onu. Speriamo che Israele la rispetti. Stiamo cercando di contattare le autorità dello stato ebraico per farglielo sapere".
http://notizie.alice.it/notizie/top_news/2009/01_gennaio/06/gaza_bombe_su_scuole_onu_civili_disperati_ci_uccidono_ovunque,17457752.html




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